Di
sera, in chiusura, alla luce fioca di una lampadina di fortuna, nel
magazzino zeppo di tessuti e di scampoli oltre che di appunti
di ogni tipo, su tavoli da lavoro e anche su sedie allontanate da
casa perché ormai spaiate, le dita lunghe e articolate di mio padre
si muovevano con grazia e maestria come se stessero suonando uno
strumento musicale. Mi facevano pensare ad un‘arpa tutti quei fili
intrigati, incastrati e annodati che terminavano in ami. Ma come
faceva? ma quale pazienza e sapere è necessario perché una
matassa informe e indefinita si trasformi poi in attrezzo capace di
attirare tutti quei pesci?
Stavo accucciato su uno sgabellino ad osservare quei fili che prendevano forma e intanto ascoltavo i racconti di mare e le storie di marinai. Lo so che pescare al palamito è da serie B ma a me pare una magia!
Lo
so che i veri pescatori sono il famoso Gabriel Arquimbao, minorchino
specializzato nella pesca dell’aragosta e che Salvatore
Delrio, della mitica famiglia di pescatori, nel periodo clou,
addirittura trascorreva le notti a Portoferro in modo
da arrivare con il suo gozzetto stracarico di nasse, prima di tutti
nel posto giusto.
E
poi mi piace ascoltare di Cicillu, mi domando come faccia un pittore
di marine a lavorare come pescatore. Lo so che già è difficile
mantenere la famiglia facendo il pescatore figurati vivere con il
lavoro di pittore! È un hobby, per lui. Cicillu è un pittore della
domenica… ma come fa? I pescatori non hanno tempo da dedicare agli
hobby, i pescatori non hanno domeniche…. E poi a me piaceva pensare
di viaggi lunghi e avventurosi, di posti esotici e lontani.
Mi
piaceva sognare sulle carte nautiche di viaggi meravigliosi. Mi
lasciavo stregare da rotte, fari, secche e nomi difficili. Volevo
imparare a partire e andare lontano. Imparare qualcosa di prezioso:
la strada di casa. Ogni sera, in quei viaggi simulati, i racconti di
mio padre, nel retrobottega mi guidavano sempre più lontano solo per
istruirmi nell’arte del ritorno.
Ed
ero Achab, Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, Gordon Pyn, Ulisse, e
anche Robert “Prew” Prewitt che ha scelto
di combattere a Pearl Harbour per poi essere ricordato da qui
all’eternità…. Per vestire quegl’uomini, va da sé che ho
usato tantissimo blue navy e light blue e poi anche il verde
bottiglia, verde army, fango e grigio ghiaccio, perchè i veri uomini
devono essere rigorosi, sintetetici, lineari, semplici ed anche
essenziali.
Ovviamente
ci sono anche tante righe, microstampe e disegni e foto e intarsi e
ricami e perché no anche delle stampe hawaiane per sognare degli
orizzonti lontani. Giacconi peacoat e giacche da uniforme di “Love
Boat”, sailor shirts e anche bermuda. Poi panta largotti e cortotti
con brevi giubbottini. Jeans over e le maglie con inserti di tessuto.
Panta capri, asciutti e puntuali, con camicie con il colletto
bowling. Giubbotti militari, bomber e giacconi over per silhouette
giuste per navigare tutte rotte.
Per Maggiori Informazioni: www.antoniomarras.it
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