venerdì 26 giugno 2015

Milano Moda Uomo: Antonio Marras P/E 2016

Di sera, in chiusura, alla luce fioca di una lampadina di fortuna, nel magazzino zeppo di tessuti e di scampoli oltre che di appunti di ogni tipo, su tavoli da lavoro e anche su sedie allontanate da casa perché ormai spaiate, le dita lunghe e articolate di mio padre si muovevano con grazia e maestria come se stessero suonando uno strumento musicale. Mi facevano pensare ad un‘arpa tutti quei fili intrigati, incastrati e annodati che terminavano in ami. Ma come faceva? ma quale pazienza e  sapere è necessario perché una matassa informe e indefinita si trasformi poi in attrezzo capace di attirare tutti quei pesci?

Stavo accucciato su uno sgabellino ad osservare quei fili che prendevano forma e intanto ascoltavo i racconti di mare e le storie di marinai. Lo so che pescare al palamito è da serie B ma a me pare una magia!


Lo so che i veri pescatori sono il famoso Gabriel Arquimbao, minorchino specializzato nella pesca dell’aragosta e che Salvatore Delrio, della mitica famiglia di pescatori, nel periodo clou, addirittura trascorreva le notti a Portoferro in modo da arrivare con il suo gozzetto stracarico di nasse, prima di tutti nel posto giusto.

E poi mi piace ascoltare di Cicillu, mi domando come faccia un pittore di marine a lavorare come pescatore. Lo so che già è difficile mantenere la famiglia facendo il pescatore figurati vivere con il lavoro di pittore! È un hobby, per lui. Cicillu è un pittore della domenica… ma come fa? I pescatori non hanno tempo da dedicare agli hobby, i pescatori non hanno domeniche…. E poi a me piaceva pensare di viaggi lunghi e avventurosi, di posti esotici e lontani.

Mi piaceva sognare sulle carte nautiche di viaggi meravigliosi. Mi lasciavo stregare da rotte, fari, secche e nomi difficili. Volevo imparare a partire e andare lontano. Imparare qualcosa di prezioso: la strada di casa. Ogni sera, in quei viaggi simulati, i racconti di mio padre, nel retrobottega mi guidavano sempre più lontano solo per istruirmi nell’arte del ritorno.

Ed ero Achab, Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, Gordon Pyn, Ulisse, e anche Robert “Prew” Prewitt che ha scelto di combattere a Pearl Harbour per poi essere ricordato da qui all’eternità…. Per vestire quegl’uomini, va da sé che ho usato tantissimo blue navy e light blue e poi anche il verde bottiglia, verde army, fango e grigio ghiaccio, perchè i veri uomini devono essere rigorosi, sintetetici, lineari, semplici ed anche essenziali.

Ovviamente ci sono anche tante righe, microstampe e disegni e foto e intarsi e ricami e perché no anche delle stampe hawaiane per sognare degli orizzonti lontani. Giacconi peacoat e giacche da uniforme di “Love Boat”, sailor shirts e anche bermuda. Poi panta largotti e cortotti con brevi giubbottini. Jeans over e le maglie con inserti di tessuto. Panta capri, asciutti e puntuali, con camicie con il colletto bowling. Giubbotti militari, bomber e giacconi over per silhouette giuste per navigare tutte rotte.

Per Maggiori Informazioni: www.antoniomarras.it

© Ph Studio Book Fashion - Dario Raimondi