Di
sera, in chiusura, alla luce fioca di una lampadina di fortuna, nel
magazzino zeppo di tessuti e di scampoli oltre che di appunti
di ogni tipo, su tavoli da lavoro e anche su sedie allontanate da
casa perché ormai spaiate, le dita lunghe e articolate di mio padre
si muovevano con grazia e maestria come se stessero suonando uno
strumento musicale. Mi facevano pensare ad un‘arpa tutti quei fili
intrigati, incastrati e annodati che terminavano in ami. Ma come
faceva? ma quale pazienza e sapere è necessario perché una
matassa informe e indefinita si trasformi poi in attrezzo capace di
attirare tutti quei pesci?