lunedì 12 ottobre 2020

Intervista: Nenella Impiglia, si racconta a Moda Glamour Italia

Moda Glamour Italia, incontra Nenella Impiglia e si racconta in un' esclusiva intervista.


Nenella Impiglia, imprenditrice, responsabile delle pubbliche relazioni, è stata membro del Consiglio di Amministrazione di Linea Marche SpA, l’azienda calzaturiera nata nel 1972 e diventata in breve Leader nel settore a livello Internazionale, oggi denominata SIVA Srl, nota per i suoi marchi Vic Matiè e RBRSL, il cui fondatore è suo marito Renato Curzi. Si occupa lei dell’aspetto prevalentemente comunicativo dell’azienda?

Da parecchi anni mi occupo delle relazioni pubbliche dell’azienda, esponendomi in prima persona, sia a livello mediatico che per quanto riguarda i contatti con i personaggi più rappresentativi dello star system.

Per il suo primo libro, partendo dalle antiche ricette di sua madre, ha evocato i sensi del gusto che accomunano la moda alla cucina. Da quanto tempo custodiva, precedentemente alla sua prima esperienza letteraria del 2010 con "La scarpetta nel piatto", il desiderio di scrivere un libro?

Ho frequentato il liceo classico perché ho sempre amato la letteratura. Il desiderio di comunicare fa parte del mio carattere ed esprimere i sentimenti, le idee, le emozioni. La mia libertà mentale è stata la spinta che mi ha portato a scrivere il primo libro: “La scarpetta nel piatto”. Un sogno realizzato: qualche cosa di me che sarebbe rimasto per sempre perché “verba volant, scripta manent”.

Avrebbe continuato a scrivere anche se il primo libro non le avesse regalato numerose soddisfazioni?

Non ho pensato minimamente ai consensi, né prima, né dopo la stesura del libro, ma a liberare le passioni, i miei stati d’animo, i ricordi della mia infanzia, l’amore che mi lega alla mia terra ed alla mia famiglia.

Ma poi si è rinnovata come autrice e ha accomunato la moda alla musica raccontando come la moda stessa sia stata influenzata dalle nuove tendenze musicali. Nel libro Stoffa per la musica (2013) infatti, raccoglie ricordi legati alla musica degli anni 60-'70, che immagino sia stata la “colonna sonora” della sua giovinezza. Dove inizia e finisce la passione per i Beatles? E per la musica Punk Inglese (di cui io sono un’appassionata)? Quest’ultima, che è il fil rouge che lega indissolubilmente l’Inghilterra, la moda e la musica, l’ha mai portata a guardare a Vivienne Westwood? (Io la ritengo una Maestra, con la M maiuscola, della cultura e delle tendenze Internazionali)

Anche se mi considero una donna dall’anima rock, negli anni ’60 ero folgorata dall’allure dei Beatles, non solo per la loro musica ma, soprattutto, (da amante fin da allora del Fashion), del look innovativo: dai capelli a caschetto alle varie evoluzioni del loro style of dress. Li considero tutt’ora dei miti evergreen che hanno segnato un’epoca e scritto alcune delle pagine più belle della storia della musica. Sicuramente Vivienne Westwood, il mito della trasgressione che ha sfidato l’establishment e tradotto in estetica il movimento sotto culturale più importante dell’Inghilterra e dei giovani: il punk è una figura molto rappresentativa, ma Mary Quant ha segnato un’epoca con le sue minigonne, simbolo di libertà nel modo di esprimersi, di comunicare tramite il vestito.

Com’è nata la collaborazione con le altre due autrici per il terzo libro? E’ stato grazie al legame tra il mondo della moda e quello del cibo?

Il terzo libro “Gusto, buon gusto e savoir faire” rappresenta soprattutto il legame tra tre donne di età diversa con la stessa passione per la moda ed il cibo.

Che rapporto “quotidiano” ha con l’enogastronomia? E’ una brava cuoca? E’ una cultrice del food e/o del vino? Per caso è anche sommelier?

Mi reputo una brava cuoca e durante il lockdown ho avuto modo di sperimentarlo ancora di più. Non sono una buona estimatrice di vini, anche perché bevo pochissimo, ma a tavola non possono mancare pane fresco e un ottimo olio d’oliva. Valuto anche la qualità dei ristoranti considerando questi due importanti ingredienti come base.

Ritornando alla sua passione per la musica, qual è l’artista che amerebbe più di tutti vestire sul palco? (Non so se Vic Matié ha vestito già cantanti e testimonial vari a Sanremo o altre occasioni…)

Dall’inizio degli anni ’90 (data di nascita del brand Vic Matiè) moltissime star nazionali ed internazionali hanno indossato le nostre calzature nelle varie manifestazioni artistiche. Il palco di San Remo continua ad essere una vetrina molto importante per la musica ma anche per la moda. Lo stile dell’artista, però, dovrebbe essere in armonia con il mood dei capi che indossa. Credo che, per esempio, Elodie riesca ad interpretare con disinvoltura le varie sfumature del Fashion.

Imprenditrice, scrittrice, giornalista ed esperta di costume, dalla passione di comunicare, qual è messaggio che vorrebbe trasmettere ora più di altro?

Un bel messaggio? Osservate attentamente con gli occhi e pensate sempre con la vostra testa senza condizionamenti. Non bisogna mai abbattersi e arrendersi perché dopo un brutto tramonto arriverà una bellissima alba.

A proposito di comunicazione, crede nei social? E negli Influencer? Se sì, per quali settori secondo lei possono essere efficaci?

Oggi sicuramente i modi di comunicare e relazionarsi sono cambiati: le nuove tecnologie hanno permesso di usufruire di nuovi canali di comunicazione, mezzi importanti soprattutto per le imprese per far conoscere i propri prodotti. Gli Influencer, in virtù della loro visibilità massiva, sono in grado di amplificare messaggi e opinioni, influenzando gli utenti. Purtroppo ce ne sono troppi e non tutti hanno la stessa attendibilità e credibilità.

Cosa l’è piaciuta dell’esperienza in televisione da giurato di Tacco 12 a Detto Fatto? E del programma televisivo Boss in Incognito? Vorrebbe proseguire in TV?

Qual è il mezzo più idoneo per esprimere le mie idee e i consigli sulla moda se non la televisione? Il programma che mi ha emozionato di più è stato “Il boss in incognito”, un’esperienza umana toccante, particolarmente forte che mi ha cambiato molto. Continuerò, inoltre, per il terzo anno consecutivo la mia collaborazione con “Detto Fatto”, un contenitore di intrattenimento originale che, con i suoi tutorial, diffonde consigli utili ed interessanti.

Cosa bolle in pentola? Un nuovo libro o un altro programma televisivo?

Mi piacerebbe, quando avrò più tempo, scrivere un libro dedicato alle donne.

Quanto ha inciso nella sua carriera essere marchigiana? Le Marche sono una Regione, oltre che affascinante e bellissima, ricca di storia e cultura. Inoltre uno dei territori più ricchi per l’imprenditoria moda, e non solo… Questo è stato da stimolo nella sua formazione?

Il carattere quasi sempre è il riflesso della famiglia e del territorio in cui si vive. Io sono molto legata ai miei affetti, alla mia terra, alla nostra gente operosa, dignitosa, orgogliosa, creativa, che, con il proprio impegno, contribuisce a trainare l’economia italiana. “Di essere marchigiani bisogna meritarselo”, ha scritto il poeta Vincenzo Cardarelli. E io spero proprio di esserci riuscita.