domenica 1 marzo 2020

#MFW: Antonio Marras

C’era una volta un’ isola al centro del Mediterraneo. Al centro dell’Isola c’era un paese. Al centro del paese c’era una casa grandissima bella, bella chiamata Domus de Jana.

Qui si riunivano tutte le donne del paese per cucire, ricamare e lavorare al telaio. Ed era una grande gioia lavorare insieme, tra chiacchiere e canti. Le donne erano specialmente fissate con la canzone “Mio cuore” che cantavano a squarciagola tutte insieme. Le donne avevano un dono prezioso, molto speciale, avevano mani di fata. Cucivano, tessevano e ricamavano come nessun’altro al mondo.


Ormai da tutti erano conosciute come le Janas, le fatine sarde che cuciono con fili d’oro. Da tutte le parti dell’Isola e dal continente arrivavano stuoli di donne e di uomini in paese per farsi confezionare abiti di altissima qualità, molto speciali e molto identificativi. Le donne di Domus de Jana amavano i cristalli che sbrilluccicano, i pizzi che impreziosiscono, i ricami che distinguono, le pietre preziose che luccicano, le ruches che adornano, gli intarsi che arricchiscono e i decori che abbelliscono. E come delle piccole api operaie, le Janas recuperavano tutto quello che trovavano: piume delle mute dei grandi volatili, fiori secchi, spago, reti, ritagli di stoffa e foglie secche, che magari intessevano con i regali Swarovski. Questi le facevano impazzire per la loro brillantezza, il riverbero e il rimbombo della luce multicolore.

Amavano i tessuti, tutti! Quelli della grande tradizione delle feste e quelli poveri e bistrattati della vita di tutti giorni e soprattutto amavano ridare vita ai capi ormai abbandonati e dimenticati negli armadi. I velluti cangianti, i broccati pesanti, gli jacquard stratificati, i quadri, i galles classici, le pellicce ecologiche, i pizzi chantilly, quelli valencienne, rebrodè e macramè, i damaschi iridescenti, il tulle a pois dorati, twill di seta, il panno di lana cotta, le maglie lavorate e i jeans slavati, cotonacci e flanelle. I loro colori preferiti: il rosso porpora e il rosso cremisi, il verde salvia e il verde scuro, il bianco e il nero, l’ecrù. Il celeste polvere e il rosa pallido.

Le signore della Domus amavano cucire i vestiti per i loro uomini. L’uomo delle Janas è un ossimoro vivente. È prezioso e dimesso, autorevole e umile, elegante e trasandato, serio e futile, ricercato ed essenziale, impegnativo e facilissimo. Veste camicie da lavoro a quadri e giacche sartoriali illustrate, i jeans messi al rovescio, ricamati e le maglie decorate. L’uomo fa i conti con la complessità della donna e con le sue tipiche stratificazioni.

Per Maggiori Informazioni: www.antoniomarras.com

© Ph Agenzia Book Fashion - Dario Raimondi