Nella suggestiva cornice
del T Fondaco dei Tedeschi by DFS, situato sul Canal Grande di
Venezia, fin dalla sua apertura si è sempre contraddistinto per il
suo impegno nel valorizzare mostre, incontri letterari, artistici e
concerti.
Ierisera è stata presentata “La regola del sogno. Un’installazione di Barnaba Fornasetti e Valeria Manzi - The rule of dreams. An art installation by Barnaba Fornasetti and Valeria Manzi” che sarà accessibile al pubblico in modo gratuito fino al prossimo 24 Novembre.
Un intervento artistico
site-specific che permea tutta la sede del Fondaco dal quarto piano,
alla corte fino alla porta d’acqua. Tra volti femminili, scimmie
irriverenti e mani che fendono l’aria, l’installazione, firmata
da Barnaba Fornasetti e Valeria Manzi, dialoga con gli spazi e con la
portata simbolica del luogo che la ospita, giocando con i suoi segni
storici.
“Niente parole oscene e
ingiurie, niente giochi di carte, niente strepiti, niente risse. Per
il resto liberi di commerciare”: queste sono le severe regole,
incise nel marmo all'ingresso del palazzo del Fondaco e imposte ai
mercanti ospitati dalla Repubblica Serenissima di Venezia, che i due
creativi affidano alle sagome di scimmie che circondano i visitatori
e sembrano ammonirli dall’alto della loro irriverenza.
Secondo un analogo gioco
di rimando e ribaltamento, di metissage tra codici ed epoche diverse,
i volti femminili, riprodotti su grandi dischi e raffiguranti
l’iconica musa fornasettiana Lina Cavalieri, omaggiano la bellezza
struggente delle opere dei grandi Maestri Veneziani, Giorgione e
Tiziano, che nel Cinquecento trovavano spazio sulla facciata
dell’edificio. Sagome di braccia e mani, che ora schiaffeggiano,
ora accarezzano l’aria, lasciano cadere degli antichi ducati su cui
è impresso un invito ad agire con prudenza “Respice Finem”
(considera la fine), originariamente inciso su una porta dell’ufficio
dei Visdomini che amministravano il Fondaco per conto della
Serenissima.
Il lavoro dei due
creativi attinge alla ricchezza storica del Fondaco dei Tedeschi e
restituisce al visitatore un gioco ipnotico e conturbante, quale lo
stesso linguaggio di Fornasetti è, disseminando lo spazio di
riferimenti nascosti e messaggi storici attualizzati con ironia. Ricomponendo i simboli storici secondo una logica ludica, la memoria
vibra, rinnovata, attraverso l’esperienza individuale del
visitatore.
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Informazioni: www.dfs.com