Leggenda,
storia fantastica o espressione di fede: la reliquia del Sacro
Cingolo, la Cintola della Vergine Maria custodita nel Duomo di Prato,
è assolutamente un simbolo religioso e civile dell’identità
pratese e fulcro delle vicende artistiche e storiche di Prato.
Prende spunto da quel prezioso mito identitario la mostra di Palazzo Pretorio di Prato "Legati da una cintola - L’Assunta di Bernardo Daddi e l’identità di una città" che va da accendere un fascio di luce intenso sull’arte del Trecento, periodo di grandissima prosperità con le committenze ad artisti come Giovanni Pisano e Bernardo Daddi che diedero una grande risonanza alla devozione mariana a Prato come vero e proprio culto civico.
Oltre
60 opere, con al centro la ricostruzione della pala di Bernardo Daddi
che tornerà a farsi ammirare nella sua interezza, con anche una
ricca serie di dipinti, sculture e miniature in modo da poter
raccontare la città e il suo patrimonio di cultura e bellezza e
restituire il fascino di una storia che si legge come una favola.
La
mostra, organizzata dal Comune di Prato in collaborazione con la
Diocesi di Prato, a cura di Andrea De Marchi e Cristina Gnoni
Mavarelli, inaugura i nuovi spazi espositivi del Museo recuperati
nell’attiguo edificio dell’ex Monte dei Pegni.
Il
percorso espositivo:
(Sezione
1 - Da Cabestany a Prato: genesi di un tema).
Punto
focale della mostra è la ricomposizione della pala di Bernardo
Daddi, una delle immagini più prestigiose di tutto il Trecento
dedicate all’Assunta e al dono miracoloso della Cintola
all’incredulo San Tommaso. L’opera, commissionata nel 1337-1338,
nel tempo è stata smembrata e la sua complicata diaspora ha fatto sì
che si perdesse la coscienza stessa della sua capitale importanza.
L’allestimento consentirà di tornare ad ammirare nel suo complesso
la monumentale macchina dipinta dal Daddi, riunendo i componenti che
originariamente comprendevano una doppia predella con la storia del
dono della Cintola a San Tommaso e del successivo arrivo della
reliquia a Prato, grazie al pratese Michele (questa custodita nel
Museo) e la parallela migrazione del corpo di Santo Stefano da
Gerusalemme a Roma, perché si riunisse a quello di San Lorenzo
(opera in arrivo dai Musei Vaticani) e una terminazione con la
Madonna assunta che cede la Cintola a San Tommaso dal Metropolitan
Museum di New York.
(Sezione 2 - La pala pratese di Bernardo Daddi restituita)
(Sezione 2 - La pala pratese di Bernardo Daddi restituita)
Per
meglio contestualizzare la pala del Daddi saranno esposte altre opere
del pittore giottesco appartenenti a questa stessa fase stilistica
contraddistinta da una felice e vivace vena narrativa.
(Sezione 3 - Bernardo Daddi narratore). Un nucleo scelto di cintole profane del secolo XIV documenteranno la bellezza di questo genere di manufatti, riprodotto nell'elegantissima Santa Caterina dipinta da Giovanni da Milano nel polittico per lo Spedale della Misericordia, uno dei capolavori del museo di Palazzo Pretorio.
(Sezione 4 - La Sacra Cintola, le cinte profane). Seguirà una rassegna esemplificativa delle diverse elaborazioni dell'iconografia che univa la morte della Vergine e la Assunzione nell'arte toscana del Trecento: una carrellata di dipinti, miniature, sculture permetterà di apprezzare la diversa interpretazione del tema in area fiorentina, dove San Tommaso afferra la Cintola, e in area senese, dove la cintola è lasciata cadere dalla Madonna in volo.
(Sezione 5 - L’Assunta e la Cintola: varianti nel Trecento toscano).
(Sezione 3 - Bernardo Daddi narratore). Un nucleo scelto di cintole profane del secolo XIV documenteranno la bellezza di questo genere di manufatti, riprodotto nell'elegantissima Santa Caterina dipinta da Giovanni da Milano nel polittico per lo Spedale della Misericordia, uno dei capolavori del museo di Palazzo Pretorio.
(Sezione 4 - La Sacra Cintola, le cinte profane). Seguirà una rassegna esemplificativa delle diverse elaborazioni dell'iconografia che univa la morte della Vergine e la Assunzione nell'arte toscana del Trecento: una carrellata di dipinti, miniature, sculture permetterà di apprezzare la diversa interpretazione del tema in area fiorentina, dove San Tommaso afferra la Cintola, e in area senese, dove la cintola è lasciata cadere dalla Madonna in volo.
(Sezione 5 - L’Assunta e la Cintola: varianti nel Trecento toscano).
Il
percorso espositivo proseguirà presentando la tradizione
iconografica dell’Assunta in terra toscana, dove prevale il tema
della Madonna della Cintola col solo San Tommaso, con la selezione di
esempi particolarmente significativi e concludendo con gli echi più
tardi in area pratese, fino alle pale di Stradano e di Santi di Tito.
(Sezione 6 - L’Assunta e la Cintola: la tradizione seguente). Saranno infine esposte tutte le testimonianze documentarie e visive che accompagnarono il culto della Cintola stessa e l'ostensione: le preziose custodie, le suppellettili e gli arredi della Cappella della Cintola nella Cattedrale. Alcuni apparati didattici aiuteranno a comprendere la natura anche tecnica del manufatto e a raccordare fra loro le testimonianze librarie e archivistiche. Si presenteranno anche testimonianze del culto della Cintola nel Duomo di Pisa.
(Sezione 7 - Il culto e l’ostensione della Sacra Cintola a Prato e in Toscana).
(Sezione 6 - L’Assunta e la Cintola: la tradizione seguente). Saranno infine esposte tutte le testimonianze documentarie e visive che accompagnarono il culto della Cintola stessa e l'ostensione: le preziose custodie, le suppellettili e gli arredi della Cappella della Cintola nella Cattedrale. Alcuni apparati didattici aiuteranno a comprendere la natura anche tecnica del manufatto e a raccordare fra loro le testimonianze librarie e archivistiche. Si presenteranno anche testimonianze del culto della Cintola nel Duomo di Pisa.
(Sezione 7 - Il culto e l’ostensione della Sacra Cintola a Prato e in Toscana).
Anche
il Duomo di Prato sarà parte integrante di un percorso che
permetterà ai visitatori di entrare nella Cappella della Cintola,
abitualmente preclusa alla visita e di ammirare da vicino il ciclo di
affreschi realizzati da Agnolo Gaddi.
Per Maggiori Informazioni: www.palazzopretorio.prato.it
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