mercoledì 11 maggio 2016

Givi: Anita Yosuf la prima donna Musulmana in moto a compiere il giro del Mondo

E' la prima donna Musulmana a fare in giro del Mondo in moto, un’impresa che è stata resa possibile proprio grazie al suo spirito indomito e a Givi che ha sostenuto il progetto fornendo l'attrezzatura, spiega il presidente e fondatore di Givi Giuseppe Visenzi.

Anita Yusof
, Malese di 52 Anni, ha incontrato i propri Fan e Stampa a Flero (BS) nella Sede di Givi per raccontare la sua impresa dal titolo 'Global Dream Ride', già destinata ad entrare nel Guinnes dei Primati. Alta meno di 1,63, guida una Yamaha FZ 150ib, che quando è a pieno carico pesa oltre 210 Kg.


Lei che per la sua religione non potrebbe neppure andare in bici, si toglie il casco ed esibisce il Hijab il foulard che copre i capelli e il collo lasciando scoperto solo il viso. Givi, marchio storico degli accessori moto, in Malesia è il Brand dell' Italian Style con una filiale tra le più importanti al Mondo. Mission del marchio è condividere il sogno di libertà e avventura che ispira la passione per la moto e quando Anita ha presentato il suo programma, Givi Malesia ne è stata subito entusiasta.

Madre di due figli ormai grandi, Anita, è un ’insegnante, ha raccontato che a spingerla sulle due ruote è stato il dramma del divorzio, a 45 Anni. “Ero affranta e ho pensato che mi sarebbe servita un'esperienza forte per distrarmi”. Inizia così a seguire un blogger centauro e finisce per acquistare una moto e partire. Il primo viaggio è durato 22 giorni nei Paesi limitrofi: Cambogia, Laos, Birmania. “Sono caduta molte volte imparando a rimettermi in piedi senza scoraggiarmi”.

Il secondo viaggio in Asia Centrale: “In Afghanistan c'era la guerra, evitavo i punti caldi, mi fermai a un certo punto per chiedere di un albergo e mi ritrovai circondata da uomini curiosi o scandalizzati. Capii che non mi avrebbero dato alcun aiuto e scappai via.”

Poi viaggia in Paesi come Nepal, Cina, Indonesia. Fino al grande progetto: fare il giro del mondo. Il 14 Settembre 2015, Anita è partita da Seattle, USA, dove è arrivata in aereo, per attraversare tutti i continenti visitando 40 Paesi.

In Givi, commentando bellissime foto e un video commovente, ha raccontato i momenti più salienti in America, da Nord a Sud, fino a “Lapataia nella Terra del Fuoco, Argentina, dove finisce la route nationale”. Poi è volata a Londra e dall'Inghilterra è passata da Spagna e Portogallo per arrivare in Italia. In questi giorni andrà alla scoperta delle città tipiche italiane fino a Roma, per poi proseguire in Grecia e da lì verso altri orizzonti.
 
GIVi mi ha fornito valigie, topcase, cupolino, borsa serbatoio, porta navigatore mentre Hevik l'abbigliamento tecnico. Nel Nord America in particolare mi è stata molto utile la Balaclava, il sotto casco e copri collo Givi, perché faceva molto freddo”.

Anita, bella donna dai modi gentili e dal sorriso perfetto, le lunghe mani curate, un filo di fard, usa evidentemente più la forza dell'intelligenza che quella dei muscoli. Ma al momento di fare la valigia è prevalso anche lo spirito pratico: “Ho scelto prima di tutto l'essenziale per la vita, un fornelletto, un computer, una tenda da campeggio. Il guardaroba è minimo: magliette, un jeans da moto Hevik perfetto anche per il tempo libero ma sicuro in caso di caduta, un pantalone da moto e un pantalone pesante per la notte”.

Mai sentito la mancanza di una gonna? “No, quando sono settata su un'esperienza non penso ad altro. Non avevo mai visto l'Oceano o un panorama di montagna come ce ne sono in America, con i ghiacciai e gli alberi così alti che non si vede il cielo! Ho percorso centinaia di chilometri su strade deserte o fangose o sabbiose o battute dal vento che non riuscivo neppure a stare in piedi. In Costa Rica la Tv nazionale ha parlato di me e di GIVI per una settimana”.

Il paesaggio più bello? “In Perù”.
Il percorso più difficile? “In Argentina. 3400 Km di strada vuota, con poche stazioni di servizio. Rischi di rimanere senza benzina. Il vento era così forte che spostava la moto da una parte all'altra della strada.”

Il più economico? “In Bolivia. Questa impresa richiede circa 50 mila euro di budget e il Governo della Malesia non mi ha supportato perchè là non sono famosa. Quindi sono stata molto attenta ai costi”.

Mentre parla Anita ogni tanto si toglie il velo che per l'occasione è la bandiera del suo Paese, si aggiusta la coda che raccoglie i capelli neri e poi lo riannoda intorno al collo: è il nuovo simbolo della donna musulmana libera e ne è orgogliosa: “In Argentina la tv della comunità musulmana mi ha dato molto spazio e ho cercato di aprire gli occhi alle donne della mia religione. Spero che cambi anche il mio Paese dove ora tutte dobbiamo di nuovo portare il velo”.

Per Maggiori Informazioni: www.givi.it

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