Alessandro Dell’Acqua “Credo che la cosa più importante da recuperare in questi tempi è il carattere spontaneo della moda. Un’operazione che non si può attuare se non attraverso gli abiti senza continuare a costruire sovrastrutture sui significati che racchiudono. Il punto di partenza di questa collezione, quindi, non è semplicemente un back to tailoring, che pure è evidente in tutti i capi che ho pensato per un guardaroba assolutamente condiviso tra la donna e l’uomo, ma è la riscrittura in chiave attuale delle tecniche e del vocabolario ormai secolare della moda. Ecco perché ho studiato un modo per riabilitare il taglio a sbieco e renderlo addirittura più spettacolare attraverso l’uso delle macro paillettes. Oppure, le giacche dal taglio sartoriale che però nascono dalle tecniche della corsetteria. In realtà mi interessava aggiornare il linguaggio per ottenere figure femminili e maschili che corrispondessero di più a questi tempi che sono ancora imprecisi ma che stanno formando le personalità del futuro”.
L’idea di fondo
arriva dagli abiti che a singoli pezzi si aggregano per costruire una
struttura narrativa. Il bias cut, il taglio a sbieco che arriva
dall’Atelier, composto da macro e micro paillettes in color
champagne, nero e verde bosco e lavorate a frange costruisce top,
abiti corti e abiti lunghi. La lavorazione della corsetteria con
cuciture e sovrapunti sagomanti, si trasferisce in giacche e cappotti
in panno militare per confluire nel guardaroba condiviso di donne e
uomini e annulla l’aspetto da divisa militare che però si ritrova
nel body in panno tagliato al vivo. Abiti realizzati in chiffon crépon sono
orlati in tessuto Harris Tweed.
Lo stesso tessuto della
sartoria maschile forma un parka che all’interno ha una trapunta
militare o cappotti con l’abbottonatura spostata a formare un falso
doppio petto. L’ossessione per il tailoring riappare anche nelle
giacche in pelle cucite come corsetti mentre alcuni abiti trompe
l’oeil sono costruiti da un body cucito a una gonna diritta che
nasce dal taglio dei pantaloni e modula lo spacco utilizzando una zip
metallica, anche quando viene costruita con il cuoio stampato cocco e
lucidato. La maglieria ha le lavorazioni jacquard valorizzate da
interventi di neoprene oppure è in mohair scaricato, così leggero
che una coulisse riesce a ottenere drappeggi volubili. Gonne lunghe a
grosse pieghe sostituiscono pantaloni per l’Uomo, e jeans sottili
si posizionano sotto abiti da sera lunghi e trasparenti, camicie in
cotone con le stampe hawaiane di sapore vintage ripassare con ricami
di micro catene di cristalli o con le stampe di foreste di palme su
cui vengono aggiunti applicazioni di ricami in jais. Due pezzi unici
di pellicce Vintage riciclate ricoperte da tulle nero danno l’idea
di un nuovo corso dell’upcycling e della sostenibilità.
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Informazioni: www.numeroventuno.com