In questi due anni abbiamo vissuto una specie di guerra, e non ne siamo ancora usciti. In questo scenario che ha cambiato tutte le nostre abitudini e le dinamiche del vivere sociale, credo che un Designer debba interrogarsi sul senso di quello che fa.
Una parte della Collezione prende spunto dalle divise militari. La pandemia, del resto, ci ha costretti a ripensare alle nostre vite, trincerati dentro le nostre abitazioni dai ripetuti lockdown. Il superfluo ha ceduto il passo al rigore e alla funzionalità. Eppure la moda, a mio avviso, non deve limitarsi a guardare la realtà, bensì reinterpretarla, anche in maniera sorprendente, e farci vedere qualcosa di inaspettato. Così, se da un lato i capi di questa collezione riprendono il rigore e i colori delle divise militari, dall’altro ne ribaltano completamente la finalità, in un atto di ribellione che vuole riscoprire il femminile e l’individuale in ciò che, storicamente, è sempre stato quanto di più maschile e spersonalizzante.
Ecco quindi che
autentici capi della seconda guerra mondiale recuperati dallo
smantellamento di basi militari, ripensati e ricomposti, sono
diventati sorprendentemente femminili e romantici, in un esempio di
upcycling creativo che, di collezione in collezione, è diventato un
mio marchio di fabbrica: come la trapunta in nylon usata per coprire
le motociclette che si trasforma in una mantella-poncho antivento, o
lo zaino da paracadutista verde militare che si trasforma
inaspettatamente in una gonna aderente al ginocchio e si abbina ad
una romantica blusa bianca in satin BIO con collo a sciarpa; mentre
il ritaglio di un borsone da guerra capovolto dà forma ad una
minigonna con tasca applicata abbinata ad una camicia in cotone
turchese arricchita da un volant in nylon giallo fluo.
I
riferimenti alle divise, rielaborate in chiave femminile, uniti
all’utilizzo di materiali sostenibili di nuova generazione, si
ritrovano anche nei capispalla tecnici maschili dove, a sorpresa,
coulisse colorate ingentiliscono la silhouette segnandone il punto
vita, come nel parka-trench in lana rigenerata BiBye® (innovativo
tessuto double in lana cardata di Manteco) mixato a un cotone
altamente performante (In Pluvia Temporis, sempre di Manteco) che
recupera le origini dei tessuti trench - progettati inizialmente per
i soldati nelle trincee Inglesi - e li rinnova in chiave Hi-Tech e
sostenibile. Il parka è presente anche nella versione corta in lana
riciclata Principe di Galles beige, sempre con coulisse colorate in
vita, abbinato a una pencil skirt dello stesso tessuto con spacco a
zip doppio cursore. Un ulteriore esempio di moda green è poi offerto
dal completo pantalone e giacca doppiopetto in tessuto check maschile
dai toni bruciati MWool®, una lana riciclata di ultima generazione
che impiega un nuovo metodo di tintura senza sostanze chimiche e
coloranti semplicemente mescolando fibre e sfumature diverse grazie
all’esclusivo processo Recype®.
L’austerità dei capi militari è bilanciata da pezzi più stravaganti e femminili con disegno camouflage astratto: come l’abito asimmetrico oliva, lo chemisier corallo e il total look camicia e gonna portafoglio rame tutti in seta BIO certificata GOTS con finissaggio OEKO TEX by Clerici Tessuto. Ma il contrasto tra leggerezza e rigore esplode in tutta la sua forza e iconicità nel cosiddetto outfit “Yeti”: un abito romantico con balze e volant in georgette BIO turchese (impreziosito da cristalli Swarovski senza piombo), ingabbiato da un “harness” decorativo realizzato con bretelle da paracadutista e indossato insieme a guanti artici imbottiti di pile e a un cappuccio militare bordato di Eco-Pelliccia.
Rispetto ai colori accessi e vibranti delle collezioni precedenti, la palette di Ecomachìa è molto più essenziale, e via via che procede, le tonalità militari del verde e del marrone, e i tocchi di azzurro e corallo, lasciano il posto al nero, che trova ampia espressione nel finale, spesso associato con il giallo fluo, quasi a segnalare pericolo: ad esempio nell’abito midi in viscosa responsabile certificata SFC con le maniche in raso di poliestere 100% riciclato Newlife™ di Italian Converter (arricchite da nastri catarifrangenti) e nel completo camicia e gonna indossato con uno spolverino in Lurex nero, per culminare nel total black del completo in vinile upcycled, composto da una blusa con collo a cratere ed ampie maniche con fibbie sui polsi e da una pencil skirt con spacco laterale.
Ecomachìa è una Collezione decisa e combattiva, nata come reazione al periodo che
stiamo vivendo, alla ricerca di una bellezza sorprendente e mai
scontata.
Per Maggiori
Informazioni: www.gilbertocalzolari.com