Il
sistema istituzionale ed economico deve attrezzarsi per una
ripartenza senza tentennamenti ma con una strategia di lungo periodo
che predisponga le condizioni per un protagonismo dell’Italia nello
scenario economico Internazionale.
Fino ad oggi si è pensato soprattutto ad interventi per l’immediato, per il breve periodo, modalità assolutamente necessaria e indispensabile, ora è giunto il momento di pensare a misure per il rilancio della crescita economica attraverso un piano straordinario. Per assurdo non possiamo trovarci impreparati una volta terminato o allentato il Lockdown. Dobbiamo metterci davanti al virus.
In
particolare il settore moda dovrebbe essere messo in una graduale
condizione di riavvio delle attività per non rischiare di saltare
sia la presentazione delle Collezioni P/E 2021 che la consegna
dell’AI 2020-21. Un
avvio graduale, con tutte le garanzie del caso per i lavoratori, che
si basi sulle condizioni interne alle diverse aziende. Riteniamo che
appena allentata l’emergenza possa pensarsi ad una riapertura
selettiva del Paese partendo dalle provincie a minor tasso di
contagio per la prima settimana per poi andare a riattivare l’intera
filiera su tutto il territorio Nazionale. Ė necessario combinare
alla strategia sanitaria una strategia economica per la ripartenza.
Sarà
anche importante fare tesoro delle esperienze realizzate, prima fra
tutte quella della messa in evidenza del valore della filiera
produttiva, delle competenze e di quanto sia strategico sostenere il
manifatturiero. Nell’emergenza COVID-19 siamo andati a sbattere
contro alla carenza di mascherine e altri dispositivi. Questo ha
fatto emergere come si sia cercato di ricorrere nel nostro Paese a
trovare soluzione grazie al permanere di un diffuso tessuto economico
fatto soprattutto da PMI. Questo perché all’interno di questo
tessuto sono presenti competenze, flessibilità, relazioni sociali e
valori etici. Devono quindi essere previste politiche industriali
utili a salvaguardare la filiera, a rilanciarla, a prevedere percorsi
formativi per la trasmissione e il rinnovamento delle competenze.
Altro
intervento da prevedere è legato alla liquidità delle aziende.
Serve
prima di tutto liquidità. Le aziende non hanno fatturato ma ci sono
tasse e fornitori da pagare. Per non parlare della cassa integrazione
che molte imprese stanno anticipando. Servono prestiti a tasso zero
da restituire con una scadenza di 30 Anni. Ė l’unico modo per far
fronte all’azzeramento del fatturato. Invece oggi quello che si può
strappare è al massimo un prestito a 18 mesi. Ma tra un anno e mezzo
nessuno sarà nelle condizioni di restituire i soldi, perché per
rialzarci avremo bisogno di un tempo più lungo. Importanti
sono state le misure introdotte come i sussidi per l'occupazione e la
disoccupazione e il rinvio delle tasse. La protezione
dell’occupazione e della capacità produttiva in questa fase
emergenziale di drammatica perdita di reddito e ricchezza passa
inevitabilmente attraverso un immediato e rilevante sostegno alla
liquidità. Le imprese artigiane e le piccole e medie imprese in
particolare si trovano a dover coprire comunque costi legati al
mantenimento di una operatività anche futura e stanno subendo un
aumento smisurato di insoluti. Si rende quindi necessario un
approccio articolato e ampio per un intervento finanziario
finalizzato a salvaguardare la permanenza di un tessuto
imprenditoriale diffuso quale quello Italiano. Un intervento
immediato, in maniera agevole e teso a evitare e/o superare intoppi
burocratici. A tal fine è necessario mobilitare l’intero sistema
finanziario: mercati obbligazionari, sistema bancario, fondi allocati
presso il deposito postale.
Le banche in particolare vista la loro
diffusa presenza in tutto il sistema economico e territoriale sono
nelle condizioni di creare immediata disponibilità attraverso
scoperti di conto corrente o aprendo linee di credito. Il sistema
bancario nazionale deve mettere a disposizione risorse a costo zero
per le imprese disposte a impegnarsi in un percorso di salvaguardia
di posti di lavoro, lo Stato dovrà offrire garanzie a sostegno di
queste operazioni che assumono a tutti gli effetti natura di
politiche pubbliche di carattere sociale e industriale. Le banche non
devono trovare ostacoli nello sviluppare queste azioni così come
questi prestiti non devono pregiudicare altre operazioni che le
imprese dovessero definire per la strutturazione di programmi di
rilancio e sviluppo.
Programmare
un ritorno sui mercati.
A
tal fine è necessario definire un programma articolato di azioni sia
attraverso strumenti tradizionali come fiere e missioni commerciali
ma anche implementando la digitalizzazione delle imprese e in
quest’ambito anche attraverso adozione di strumenti per favorire le
connessioni attraverso piattaforme su web (b2b, b2c, videoconferenze,
presentazioni, video, sfilate, eventi in streaming). Per quanto
possibile sul fronte normativo dovrebbero essere agevolate le
forniture di aziende Italiane, con produzioni locali e non di
importazione per la PA. In generale, pensiamo che per sostenere la
ripartenza si dovranno individuare formule per incentivare il consumo
di prodotti Italiani e favorire un’economia di vicinato per
riportare risorse sul tessuto sociale al fine di far ripartire i
consumi.
Dovrà
essere posta grande attenzione per il futuro al "Made in Italy"
privilegiando dal punto di vista istituzionale le produzioni
nazionali, tutto questo con una certa attenzione non dimentichiamo
che il nostro Paese, il nostro settore è vocato
all’internazionalizzazione e l’export rappresenta per noi un
volano imprescindibile e quindi non possiamo rischiare azioni che
possano essere tacciate di protezionismo e inneschino reazioni di
chiusura da parte degli altri Paesi.
In
quest’ambito si potrebbero pensare anche misure che incentivino
l’acquisto di produzioni italiane da parte del retail nazionale,
potrebbe essere pensata una defiscalizzazione, o altra misura, per i
negozi che acquistano Collezioni tracciate secondo strumenti
condivisi con il MiSE, al riguardo si potrebbe riprendere a lavorare
sul Progetto pilota Blockchain o per l’immediato rilanciare la
tracciabilità TF in seno a Unioncamere.
Sicuramente
ce la faremo perché l’Italia è dotata di creatività, tecnologia,
ricerca e scienza. Le nostre imprese saranno in grado di ripartire
per l’amore e passione che nutrono verso il lavoro, verso il nostro
sistema sociale. Questi saranno sempre più valori patrimonio del
"made in Italy" che potremo portare nel Mondo.
Per Maggiori Informazioni: www.cna.it