Fino
al prossimo 15 Marzo 2020 il MASI di Lugano ospiterà la mostra
personale di Julian Charrière, giovane artista Svizzero tra i più
innovativi e promettenti della sua generazione.
L’esposizione Towards No Earthly Pole è concepita intorno all’omonima e inedita opera video, per la realizzazione della quale l’artista ha esplorato località remote dalle condizioni climatiche estremamente ostili. Il progetto espositivo sarà in seguito presentato, in una versione riadattata, all’Aargauer Kunsthaus di Aarau e al Dallas Museum of Art.
L'
artista si è imposto sin da subito sulla scena dell’arte
contemporanea come un esploratore moderno, noto per una ricerca
artistica concettuale che attraversa e combina varie discipline,
dalla geologia all’archeologia, dalla fisica alla storia.
Padroneggiando performance, scultura, fotografia e video, il suo
lavoro offre nuovi e inaspettati punti di vista su alcune delle
questioni al centro della nostra epoca e dell’umanità in generale. L’idea
del progetto Towards No Earthly Pole nasce nel 2017 quando
Charrière è invitato su una nave di ricercatori russi a percorrere
il canale di Drake, tra capo Horn e le isole Shetland Meridionali.
L’impatto
concreto con il paesaggio dell’Antartide e il confronto con la
storia delle esplorazioni di inizio Novecento hanno dato avvio
all’opera, portandolo poi sui ghiacciai Svizzeri del Rodano e
dell’Aletsch, sul Monte Bianco, in Islanda e in Groenlandia. Il
titolo della mostra e del progetto riprende un verso che il poeta Inglese Alfred Tennyson dedica a John Franklin - deceduto insieme a
tutto il suo equipaggio nell’ultima famosa spedizione polare del
1845 - e crea un legame immediato con l’universo delle
esplorazioni ottocentesche e di inizio Novecento. All’epoca i poli
terrestri e i ghiacciai erano le ultime regioni da conquistare e
cartografare, le frontiere finali per l’uomo, piene di segreti ed
estremamente ardue da attraversare.
L’esposizione al MASI è concepita come un diorama nel quale il visitatore potrà addentrarsi. Intorno alla proiezione centrale, Charrière ha realizzato un’installazione ambientale, trasformando l’intero spazio espositivo in uno scenario che riecheggia i principali soggetti e le tematiche dell’opera video. L’artista vuole amplificare la visita dello spettatore con un’esperienza sensoriale e rendere più intensa la relazione tra chi osserva e il paesaggio rappresentato.
Attraverso
la
sua
ricerca
artistica,
Charrière
rinstaura
un
dialogo
con
il
paesaggio
e
spinge
a
ritrovare
la
condizione
di
stupore
che
anticamente
l’uomo
provava
nei
suoi
confronti:
come
l’uomo
agisce
sul
paesaggio
questo
agisce
su
di
lui
e
dove
i
moti
si
incontrano
nasce
l’opera
d’arte.
Per Maggiori Informazioni: www.masilugano.ch
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