Inaugurata
presso la Punta della Dogana (Venezia) la mostra collettiva “Dancing
with
Myself” a
cura di
Martin Bethenod
e Florian
Ebner. Nata
dalla
collaborazione
tra la
Pinault
Collection
e il
Museum Folkwang
di Essen,
la mostra
è stata
presentata
in una
prima
versione a
Essen nel
2016.
“Dancing with Myself” indaga l’importanza primordiale della rappresentazione di sé nella produzione artistica dagli Anni ’70 a oggi e del ruolo dell’artista come protagonista e come oggetto stesso dell’opera. All' interno della mostra troviamo infatti diverse pratiche artistiche come (fotografia, video, pittura, scultura, installazioni…), di culture e provenienza, di generazioni ed esperienze, la mostra mette in luce il contrasto tra attitudini differenti: la malinconia e la vanità, il gioco ironico dell’identità e l’autobiografia politica, la riflessione esistenziale e il corpo come scultura, effigie o frammento, e la sua rappresentazione simbolica.
La
mostra
accompagna
il
visitatore attraverso quattro
tematiche
che si
sviluppano
in un
percorso
fluido negli
spazi di
Punta della
Dogana -
Melancolia,
Giochi
d’Identità,
Autobiografie
Politiche,
Materia Prima - attraverso
oltre 140
opere con
un nucleo
di 116
lavori
dalla
Pinault
Collection,
dei quali
oltre 80
mai esposti
prima a
Venezia,
posti in
relazione
con una
selezione
di opere
provenienti
dal Museum
Folkwang.
La mostra è composta da 32 artisti tra loro:
Marcel
Bascoulard,
Marcel
Broodthaers,
Damien
Hirst, Giulio
Paolini si
aggiungono
a quelli
già
presentati
a Essen
nel 2016. Il
grande
formato
degli
autoritratti
di Rudolf
Stingel, i
lavori
iconici
degli inizi
del duo
Gilbert &
George, le
sculture di
Alighiero
Boetti, Urs
Fischer,
Robert
Gober e
Maurizio
Cattelan,
le opere
di Cindy
Sherman
contraddistinte
dalla
rappresentazione
postmoderna
dei ruoli
tradizionali
e le
critiche
sociali e
politiche
degli
artisti
come LaToya
Ruby
Frazier,
Paulo
Nazareth,
Adel
Abdessemed e
Lili
Reynaud-Dewar
danno
origine a
un dialogo
vivace che
riflette
sulla
visione del
sé
nell’arte del
ventesimo e
all’inizio
del
ventunesimo
secolo e
che ci
porta nel
pieno del
dibattito
del nostro
tempo.
All' interno del catalogo
della
mostra
presenta
testi di
Martin
Bethenod e
Florian
Ebner,
Thibault
Boulvain,
Enrico Camporesi,
Anne
Fricke,
René
Grohnert,
François
Jonquet,
Sam Korman,
Patrick
Martinat,
Angela Mengoni,
Jonathan
Pouthier,
Jean-Marc
Prévost,
Abigail
Solomon-Godeau,
Stefanie
Unternährer
e Angela
Vettese.
La
mostra è
accompagnata
da eventi
collaterali
di
approfondimento,
tra cui
l’incontro
con gli
artisti
Gilbert &
George e
la
proiezione
del loro
film "The
World
of
Gilbert
&
George"
e la
presentazione della
prima
traduzione Italiana
del
pamphlet di
Claude
Cahun, Les
Paris
sont
ouverts.
Per Maggiori Informazioni: www.palazzograssi.it
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