In
occasione di Milano Moda Uomo, MG4COULTURE presenta la sua nuova
Collezione A/I 2018-19.
Nomadi di oggi approdiamo in uno spazio senza tempo, costellato da grandi menhir che orientano il nostro cammino: un paesaggio che si rivela poeticamente ai nostri occhi come orizzonte reale e proiezione del nostro inconscio in cui confluiscono le esperienze dei nostri infiniti passaggi, dalle memorabili e primitive vie della transumanza alle contemporanee derive della flânerie.
In
un territorio remoto ma familiare dove, scritte in colonne infinite
di brancusiana memoria, riconosciamo le nostre sembianze nella pelle
mutante che abitualmente ci veste e che racconta delle nostre
origini, dei riti e dei miti che abbiamo tramandato, delle abitudini
che abbiamo fatto nostre, delle necessità e delle aspirazioni che
ci hanno spinto fino a qui. Arriviamo in una terra ignota, in cui
dobbiamo imparare a orientarci e di cui dobbiamo decifrare la storia
interpretando i fragili fregi di stoffa che raccontano di uomini e di
donne, di ragazzi e di ragazze, di identità in continua evoluzione - le nostre - intreccio inestricabile di incroci e di incontri,
di sessualità, di razze, di culture e di religioni e dei ricordi di
tutti i luoghi dove siamo stati e di quelli dove andremo in futuro.
Siamo
tutti da sempre migranti, spinti da bisogni materiali o da
aspirazioni immateriali, in costante movimento in un mondo globale
che ci vede, a fasi alterne, viaggiatori o rifugiati, accomunati
dall’essere perennemente in transito e dal condividere l’esperienza
dell’incessante sradicamento e adattamento resiliente dell’errante:
avanziamo soli, unicamente riparati dai nostri indumenti. Vesti che
difendono e mascherano o che espongono e ostentano la differenza ma
anche l’uguaglianza e l’alleanza tra noi e gli altri. Che
siano mantelli regali o costumi carnevaleschi, severe uniformi o
frivoli tutù, costrittivi burqa o coperte di emergenza, che
esaltino sinuosamente le curve del corpo come corsetti esponendole
agli sguardi o le avvolgano come bozzoli nascondendole in volumi ampi
e protettivi, gli abiti sono una pelle e una protesi che si amplifica
fino a diventare un paesaggio mutevole e vario che si compone e
ricompone, come fosse un collage, in panorami sempre nuovi rimandando
come fosse uno specchio l’immagine della nostra condizione in
divenire.
Leggerezza
e pesantezza, morbidezza e robustezza, opacità e lucentezza, natura
e tecnica, ordine e disordine: la poesia degli opposti concordi che
dà corpo alla bellezza della diversità e alla varietà dei ruoli
che assumiamo ogni giorno, ma anche alla creativa capacità di
adattarsi alle contingenze reinventando giocosamente la nostra
immagine con cerniere, stringhe, corde e velcri operando con un
semplice gesto uno scarto tra ordinario e straordinario, sfregio e
abbellimento, corpo e concetto, artificio e reale.
Per
Maggiori Informazioni: www.mg4coulture.it