venerdì 26 luglio 2013

Unicef: Un forte impegno, contro i matrimoni precoci

In tutte le Culture e a tutte le latitudini, il matrimonio viene considerato un’occasione di grande festa e un momento significativo della vita di ogni adulto.

Eppure in vari Paesi del Mondo, il matrimonio arriva in età troppo precoce e le spose bambine non hanno molti motivi per poter festeggiare. Troppo spesso, questa imposizione del matrimonio a minorenni – per lo più femmine – che fa finire troppo presto la loro infanzia e compromette i loro diritti fondamentali, come quello allo studio. Un fattore decisamente fondamentale  è la povertà la quale spinge le famiglie a dare in spose le figlie, alla quale concorrono tradizioni culturali, consuetudini e anche la convinzione che le bambine si debbano sposare al raggiungimento della pubertà o subito dopo. Spesso, con mariti che hanno anche il doppio della loro età.

Sono i genitori e anche i capifamiglia  che scelgono per le figlie e i figli,  senza considerare i loro desideri o le loro volontà. Nel matrimonio, i genitori vedono una strategia che va a rafforzare la famiglia, una forma di transazione economica, o anche un modo per proteggere le bambine da violenza sessuali, soprattutto nelle comunità dove ci sono delle forti tensioni sociali.

Ma il matrimonio in età giovane ha effetti decisamente nocivi per lo sviluppo e anche l’identità. Compromette la salute delle bambine, che oltre ad abbandonare bruscamente l’infanzia affrontano gravidanze indesiderate quando il loro corpo non è ancora totalmente sviluppato, rischiando anche di morire. Si stima che almeno 50.000 ragazze tra i 15 e i 19 Anni muoiano proprio per complicazioni che possono sorgere in gravidanza e il parto.

È per questa ragione che durante la prima giornata Internazionale delle bambine istituita dalle Nazioni Unite e celebrata l’11 Ottobre 2012, è stato scelto come tema proprio quello delle spose bambine. Il matrimonio precoce è una vera e propria violazione dei diritti umani fondamentali e va ad influenzare tutti gli aspetti della vita di una ragazza: nega la sua infanzia, compromettendo l’istruzione limitando le sue potenzialità, mette in pericolo la sua salute e andando ad aumentare il rischio di essere vittima di violenze e abusi. Costituendo, un ostacolo alla realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM) e allo sviluppo di comunità sane.


Secondo i dati più recenti si stima che nei Paesi in via di sviluppo circa 70 Milioni di donne, tra i 20 e i 24 Anni si sono sposate proprio prima dei 18 Anni, e un terzo di queste addirittura prima dei 15 Anni. I matrimoni precoci sono più comuni in Asia meridionale dove la percentuale di ragazze che si sono sposate prima dei 18 anni è pari al 46% e nell'Africa subsahariana il 37%.

Scuola: la migliore prevenzione

La buona notizia è che negli ultimi trent’anni il tasso di matrimoni precoci, è diminuito proprio grazie a legislazioni e politiche nazionali che sono volte a tutelare i diritti dell’infanzia, all’impegno con le comunità e all'attivismo delle ragazze e dei ragazzi che vivono nei Paesi dove questa pratica è ancora molto diffusa.

La brutta notizia è che i matrimoni precoci sono ancora diffusi in molte regioni del Mondo soprattutto nelle zone rurali e nelle comunità più povere, perpetuando il circolo vizioso della povertà.

Da sempre l’UNICEF, con le organizzazioni partner, sostiene che l'istruzione sia la migliore strategia in modo da proteggere le bambine dai matrimoni precoci, così come dal lavoro minorile e anche da tutte le forme di violenza e abuso.

L'istruzione delle bambine è uno dei migliori investimenti che i Paesi in via di sviluppo possano compiere. Le ragazze che completano gli studi saranno donne più consapevoli, potranno avere migliori opportunità di lavoro e saranno madri che sapranno provvedere alla sana crescita dei loro figli, andando a contribuire al benessere di tutta la società.

L' UNICEF promuove una scuola di qualità per tutti i bambini in modo da raggiungere l'accesso universale all'istruzione primaria entro il 2015, con particolare attenzione alla parità di genere favorendo l'istruzione delle ragazze è un “effetto moltiplicatore”. Dei circa 67 Milioni di bambini che non frequentano la scuola primaria, il 53% è costituito da femmine.

Per Maggiori Informazioni: www.unicef.it