mercoledì 19 gennaio 2011

Milano Moda Uomo: Frankie Morello A/I 2011-12

La sopravvivenza, l’apocalisse, dove tutto è incerto un futuro tutto da scoprire fanno da contorno a l’ambientazione scelta dai due stilisti Maurizio Modica e Pierfrancesco Gigliotti. Chiaccherando con i due stilisti abbiamo potuto evincere che, per loro il 2012 si è concluso da poco con la sfilata di Frankie Morello dove hanno voluto raccontare il Mondo che cambia, dove stiamo affrontando una crisi che non finirà, dove ci si va a standardizzare sui vari stili di vita.

E come tutti i cambiamenti anche la Moda cambia e loro sono decisi a cambiare con essa, non tornando agli Anni ’80 ma proponendo cose nuove e stuzzicanti. Tramite la scenografia hanno voluto raccontare una punto di non ritorno, dove un’inevitabile linea di rottura tra il Fashion e il Fast Fashion, fra la cultura e il comunismo e così via. Dando così alla nuova collezione un volto che ha il sapore del fantapocalittico già nota nel Mondo del Cinema, spaziando dai classici come il catastrofismo degli Anni ’70 fino ai recenti colossal come “The Day Afther Tomorrow”, “2012” ma anche al più cupo “The Road”;  pesando così a una sfilata come a uno spettacolo e una performance vera e propria, dove danzatori, performer e modelli andranno ad integrarsi  in questo paesaggio comunicandoci il messaggio che i due stilisti vogliono trasmettere con due movimenti diversi: quello codificato in rappresentanza della parte più interiore e simbolico contrapponendo la classicità al quello dei performer e dei loro monoliti di legno.

Un movimento più grezzo, dove l’istinto prevale nella costruzione di una simbolica porta verso il futuro…durante tutto questo i reali protagonisti saranno gli abiti, diventando delle vere e proprie didascalie viventi partendo alle coperte militari fino ai più semplici plaid, ma non saranno solo un gioco di sovrapposizioni ma l’architettura da cui nascono i veri e propri abiti che abbiamo visto. Riadattandoli  con cinghie tecniche trasformandoli così in giubbotti di salvataggio, come capi sartoriali pensati per la sopravvivenza. La sfilata di Frankie Morello è sia un racconto che una denuncia a tratti amaro con un giudizio del tutto disincantato e contemporaneo in quanto, come continuano a raccontare i due stilisti, il periodo che viviamo è una sorta di disaster movie, dove loro stessi non si sentono i classici stilisti che disegnano dietro una scrivania, bensì giudicano e interpretano il presente, il momento che seppur drammatico, dove il mondo della moda sembra stia pagando lo scotto della superficialità  che lo hanno contrassegnato negli anni passati, ponendo anche l’arte stessa in una situazione di  poco risalto; infatti in una t-shirt notiamo che la divina commedia è stata inserita all’interno di un panino come a simboleggiare che la stessa arte, nelle sue varie forme non deve essere bistrattata ma valorizzata e presa realmente in considerazione.

Inoltre i due stilisti in conclusione di questa affascinante chiacchierata ci hanno dichiarato: “È un messaggio chiaro: la creatività è per noi qualcosa di estremamente importante, da cui non vogliamo più prescindere. Per questo abbiamo scelto di esprimerci attraverso una performance. Un filosofeggiare sul corpo umano e sulla sua capacità di costruire un rifugio, che nella nostra narrazione ha la forma di queste case di legno portatili. I performer non indossano altro perché ognuno di noi deve ripartire da se stesso, dalla propria cultura e dalla propria preparazione, per poter costruire il mondo di domani”.

Per Maggiori Informazioni: www.frankiemorello.it

Photo Sfilata: © Studio Book Fashion - Dario Raimondi