Nasce “The Art of Upcycling”, una Timeless Collection che rielabora i “best of” dei miei upcycling più originali ed iconici, e riassume in chiave inedita quella che è forse la pratica sostenibile più creativa e immaginifica, che, di Collezione in Collezione, è diventata un mio marchio di fabbrica: l’arte di trasformare in chiave couture materiali insoliti, nati per finalità completamente diverse dall’ambito Fashion, cambiandone radicalmente la loro funzione e il loro significato, facendoci così riscoprire il bello anche in ciò che era nato per tutt’altre finalità.
L'abito, già vincitore del Green Carpet Fashion Award, realizzato dall'upcycling di sacchi di juta provenienti da piantagioni di caffè Brasiliane ricamati con cristalli Swarovski senza piombo: esempio di come gli opposti possano convivere in perfetta armonia, materiali considerati poveri, come i sacchi di juta, insieme a pietre preziose, il mondo organico con quello minerale, e insieme, complice l’eleganza delle linee e dei volumi, realizzare un capo estremamente chic e raffinato.
Sempre a proposito di contrasti, ecco allora che uno zaino da paracadutista in cotone verde militare proveniente dalla seconda guerra mondiale, ripensato e riassemblato, diventa una gonna aderente al ginocchio sorprendentemente sensuale, in un atto di ribellione che vuole scoprire il femminile e l’individuale anche in un mondo, come quello militare, tradizionalmente maschile e spersonalizzante. Il Total Look giacca boxy e pantalone palazzo in lino cupro organico rigato proveniente dall'upcycling di tessuti utilizzati per rivestire e foderare i materassi, in un cortocircuito estetico capace di rendere chic e glamour un materiale utilizzato per finalità molto più quotidiane e prosaiche.
Allo stesso modo le reti da imballaggio per trasportare le arance e i limoni, ricamate con materiali di scarto, diventano un tulle couture per realizzare un abito da sera asimmetrico e una pencil skirt, quest’ultima abbinata a una blusa in satin di poliestere certificato Seaqual riciclato da plastiche recuperate dal mare, ricamata con fiori ricavati dall'upcycling di bottiglie in PET e cristalli Swarovski senza piombo. E lo stesso ricamo ricavato da bottiglie di plastica arricchisce il mini trench in tessuto nylon EVO estratto dai semi della pianta di ricino, in un sofisticato esempio di look neo(n) noir rigorosamente sostenibile.
Sposano invece una pura estetica pop, giocosa e divertente, l’abito "Flamingo" realizzato dall'upcycling di uno dei tanti materassini gonfiabili che vengono gettati via a fine estate, e l’abito “Pantone” in poliestere certificato Seaqual (riciclato da plastica recuperata dal mare) realizzato impiegando fogli di prova di stampa - i cosiddetti Atlanti - creati dagli stampatori per settare il colore delle macchine e poi scartati.
In ottica futuristica e hi-tech, quasi spaziale, sono invece l’abito tunica e la tote bag nate dal'upcycling di airbag esplosi e gli accessori realizzati con cinture di sicurezza scartate (entrambi per gentile concessione di Volvo Car Italia); ed il Total Look formato da blusa + gonna a trapezio realizzate con l'upcycling di PVC trasparente e atossico da materiale rigenerato a norma Reach, che incapsulano e quasi cristallizzano il corpo femminile al loro interno in una sofisticata citazione di Damien Hirst e delle sue celebri opere nella formaldeide.
Di
tono invece vagamente surrealista e dadaista, sulla scia della
pratica dell’object
trouvé cara
a Duchamp, l’elegante Total Look formato da blusa e gonna a tubino
realizzato dall'upcycling di ombrelli rotti, in questo caso con una
stampa che è un omaggio alla mia città, Milano; e l’abito
realizzato dall'upcycling di una tenda da doccia recuperata, la cui
stampa, raffigurante il globo terrestre, macchiata di petrolio,
rappresenta un chiaro statement nei confronti dell’inquinamento che
devasta il nostro pianeta, e di cui purtroppo la moda stessa è una
delle principali cause (più del 60% dell'industria della moda fa
affidamento su fibre sintetiche, come il petrolio, secondo il
rapporto "Synthetic Anonymous" della Changing Markets
Foundation).
Passando invece dal mondo sintetico a quello
naturale, un esempio di come la tecnologia più avanzata possa
declinarsi in chiave Glamour è fornito dal cappotto e dalla gonna
con frange realizzati in tessuto di sughero ecologico ottenuto da
sottilissime lastre di sughero naturale accoppiate a cotone biologico
certificato GOTS. Le frange della gonna sono arricchite con
cristalli Swarovski senza piombo.
Ma l’upcycling è anche
riutilizzare e trasformare capi di abbigliamento dismessi, quando non
veri e propri avanzi di tessuto. Ecco quindi l’abito da sera
asimmetrico “patchwork" realizzato con un mix di tessuti
riutilizzati e sostenibili come il satin di poliestere certificato
Seaqual, riciclato da plastiche recuperate dal mare, tessuti
recuperati certificati ReLive Tex e indumenti smontati e
riassemblati. O ancora l’abito sartoriale couture realizzato con
decine e decine di origami in tessuto, piegati e cuciti a mano,
ottenuti recuperando gli avanzi dagli sfridi generati nella
realizzazione dei campionari, un autentico esempio di artigianalità
e Slow Fashion.
Per Maggiori Informazioni: www.gilbertocalzolari.com


