Per
chi di Cocktail se ne intende …. è facile identificare quale sia
il livello di qualità di un Cocktail con una semplice occhiata.
Per quest' estate la Campari Academy vi offrirà qualche consiglio utile su come riconoscere un buon cocktail, e come gustarlo al meglio senza esagerare con le quantità. Questi ed altri contenuti legati alla professione del Bartender saranno oggetto del viaggio per l’Italia, in 23 Tappe, per fare formazione sui barman, figura professionale sempre più centrale e sempre più vicina ad un ruolo educativo dei consumatori. Il tour, realizzato da Campari Academy, è reso possibile grazie ad un truck appositamente allestito e si inserisce nell’ambito del progetto #Beremeglio lanciato da Federvini e Fipe a sostegno del consumo responsabile e della qualità del servizio all'interno dei pubblici esercizi Italiani.
Un Cocktail con poco ghiaccio, please
Un
cocktail con tanto ghiaccio non si annacqua, anzi è esattamente il
contrario: un’abbondante quantità di ghiaccio crea “l’effetto
iceberg” necessario per tenere il cocktail fresco più a lungo e
rallentare la diluizione dei liquidi.
Il cocktail è “ristretto” se il bicchiere è piccolo
Il
bicchiere è parte integrante della ricetta. Ogni cocktail ha i suoi
ingredienti, le sue dosi corrette e il suo bicchiere per essere
all’altezza del proprio nome. Ad esempio, per il Cosmopolitan e il
Manhattan è necessaria la coppa.
Il cocktail non è cool se ha pochi ingredienti
Less
is more: come dimostrano molti dei cocktail che hanno scritto la
storia della Mixology (Negroni, Aperol Spritz e Gin Tonic, solo per
citarne alcuni), il mix perfetto è spesso composto da solo 2 o 3
ingredienti sapientemente combinati.
I cocktail dolci e fruttati sono più leggeri
Non
è vero. I cocktail dal gusto dolce non sono necessariamente leggeri,
così come quelli bitter non sono sempre forti. Alcuni cocktail a
base di rum sono dolci, ma hanno una gradazione alcolica più alta
della media.
Non si “sente” l’alcol … è possibile aggiungerne un po’?
Il
segreto di un cocktail perfetto sta nell’equilibrio dei suoi
ingredienti, nella giusta diluizione e temperatura. Quando l’alcol
non si “sente” molto significa che il cocktail ha rispettato il
bilanciamento degli ingredienti, amalgamando in modo corretto tutti i
sapori. La presenza invadente e pungente dell’alcol, spesso, è
sintomo di un cocktail non preparato a regola d’arte.
Tra una fetta di arancia e un ombrellino non c’è differenza
In
realtà, anche la guarnizione è parte integrante e imprescindibile
della ricetta. Ad esempio, un Americano senza la fettina d’arancia
e la scorza di limone non può essere un vero Americano.
Un
buon cocktail è come il total black … perfetto per ogni occasione
Ogni
cocktail ha il suo momento. Il gusto bitter è perfetto per
l’aperitivo perché stimola l’appetito. I long drink (Mojito, Gin
Tonic), i cocktail sour (Daiquiri) e quelli più sofisticati (Old
Fashioned, Boulevardier)
si apprezzano maggiormente dopo cena.
Per
Maggiori Informazioni: www.campariacademy.it