“Quel
grosso mucchio di case ammassate in Oltrarno”,
così scriveva Vasco Pratolini e quello era il suo regno, dove il
burbero, l' ironico, generoso e geniale Brandi viveva e insegnava,
apriva le sue porte agli amici, carcerati, ragazzi, era
l’Oltrarno il suo habitat naturale, tra il vociare degli artigiani,
le biciclette, i rumori degli artigiani che non ci sono più.
Bianca Guscelli la terza generazione, ha sempre vissuto tra bagliori d’argento, frese, metallo e sogni, oggi dà un nuovo imprinting al Brand Brandimarte, affiancata da Stefano Marchetti, un giovane imprenditore Fiorentino e titolare di Remax Rinascimento a Firenze, che ha puntato sulla sua vena creativa, riprende l’attività del nonno Brandimarte Guscelli, per una nuova strategia di marketing, gioielli da indossare e accessori per la casa.
“Una
nuova vita per l’argento del Brandi - come ci racconta la
nipote - è quello che ci siamo posti Stefano ed io, il
risultato è a medio e lungo termine, può arrivare anche dopo un
mese di lavoro. I ritmi di lavorazione seguono regole che si
tramandano di artigiano in artigiano, gli strumenti sono ancora gli
stessi, anzi, alcuni non esistono neanche più. Prima l’argento
veniva lavorato liscio, mio nonno Brandimarte, osservando gli zingari
battere il rame, decise di farlo con l’argento per tutta la linea
della casa, oggettistica adoperata quotidianamente. Era una cosa
impensabile prima di allora, ma, come tutte le mode, la linea
martellata si affermò in tutte le case. Con la stessa intraprendenza
mio padre Stefano creò una linea Vino totalmente in argento, che
dopo le prime titubanze, è stata apprezzata da tutti i sommelier
anche per la sua capacità di interagire con la bevanda stessa. In
effetti l’argento sarà pure un metallo geloso, che a contatto con
gli altri ne ruba il colore, ma essendo un materiale vivo ha
moltissime proprietà. Esalta i sapori nel bene e nel male, oltre ad
essere conduttore e antibatterico. Lo utilizzavano i nobili in
passato per evitare di trasmettersi infezioni ed io per tutti questi
motivi voglio riportarlo nella quotidianità di tutte le famiglie a
partire dalla tavola”
Nella
fabbrica del Brandi in Via Bartolini a Firenze sembra di entrare in
un paese incantato, fatto di oggetti favolosi, dove la bellezza del
metallo, i giochi fioriti, la maestria del Liberty, dei tagli e delle
incisioni si propongono agli abbinamenti, con l’armonia ai
cromatismi, i giochi di luce, fatti con ramages e ricami, la luce che
varia e modifica gli oggetti, calici, bicchieri, ciotole evanescenti,
quasi trasparenti, impalpabili emozioni, gioielli finissimi, un
sottofondo cadenzato dal rumore delle mole, dal tintinnio, dalle
ruote che girano incessantemente, e poi il silenzio della fornace con
gli attimi di magia che danno vita alle forme, con figure di giovani
e vecchi artigiani che carezzano questi capolavori delicatissimi con
mani che sembra tocchino le corde di un violino per un concerto di
archi, per creare nell’insieme un opera d’arte; questa è stato
il mondo del Brandi, un grande, che è un primato di passione e di
lavoro, ma, principalmente, è una storia di famiglia, di uomini
artigiani e oggi di una donna che riassume egregiamente come
l’imprenditoria femminile si esprime e opera, ed è un vivo esempio
di come, negli ultimi cento anni, in maniera non traumatica, si è
consumata una rivoluzione pacifica epocale, che ha modificato il
ruolo della donna in tutto il Mondo e in tutti i settori
professionali.
Per Maggiori Informazioni: